Dasein Journal Issue 7
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Prof. Umberto Galimberti

Umberto Galimberti

è stato professore ordinario di antropologia culturale, filosofia della storia, psicologia generale e psicologia dinamica all’Università Cà Foscari di Venezia. Dal 1985 è membro ordinario dell'International Association of Analytical Psychology.
( umbertogalimberti.
feltrinellieditore.it
)

Dasein Journal
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Issue 7, Marzo, 2018

ARTICOLI • ARTICLES


Le radici filosofiche della psicologia
Philosophical roots of psychology

Umberto Galimberti, Dasein Journal 7, p. 9-32
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Abstract

L’articolo è la trascrizione della lezione magistrale del prof. Umberto Galimberti durante il Convegno ISFiPP “Le basi filosofiche della psicologia” tenutosi a Torino, nel mese di ottobre 2017.Trascrizione dalla registrazione audio di Annarita Dibenedetto
Nella sua relazione il prof. Galimberti esamina le origini filosofiche della psicologia, il concetto di psiche ed anima, il dualismo di anima e corpo, il corpo come organismo e il senso della psichiatria fenomenologica.

Parole chiave

philosophy – psychology – psyche – body

Il dualismo anima e corpo

Lo psichiatra Binswanger radunava settimanalmente nel suo ospedale le menti più significative nell’ambito psichiatrico-psicoanalitico e filosofico, (quali Jung, Freud, Heidegger, qualche volta anche Husserl), organizzando così già incontri tra filosofia, psicologia e psichiatria. Binswanger dice che il dualismo anima e corpo è il cancro di ogni psicologia. E allora vediamo questo cancro, di cui ancora siamo tutti persuasi, perché tutti quanti ancora pensiamo di avere un corpo e un’anima.
Anche per quanto riguarda scienze come la psicologia (cioè il sapere della psiche, cioè dell’anima) e la psichiatria (da iatria, la cura della psiche, dell’anima), nella loro stessa denominazione ci danno l’idea che ci sia un’anima. Questa persuasione deriva da Platone.

L’anima è un concetto di Platone; l’ha inventata Platone, non appartiene minimamente – a differenza di quanto si crede – alla tradizione giudaico-cristiana.


L’organo delle idee si chiama psyché e qui nasce l’anima. Ma interessa il contesto in cui nasce: nasce per un’esigenza gnoseologica, cioè per un bisogno di conoscenza.
Se vogliamo raggiungere una conoscenza universale e uguale dappertutto, abbiamo bisogno di un organo, che non è il corpo – perché il corpo non è in grado di garantire questo sapere universale e valido per tutti – quindi dobbiamo fare riferimento a questa cosa che si chiama anima.

Corpo e Organismo

Qui dobbiamo introdurre una bella distinzione. Quando parliamo di corpo, dobbiamo distinguere in maniera molto rigorosa il corpo dall’organismo. La riduzione del corpo a organismo è stata la fortuna della medicina, che non sarebbe mai nata se non avesse fatto questa riduzione.
Cosa vuol dire passare dal corpo all’organismo? Ve lo spiego con un esempio, senza alcuna speranza di riuscire a convincervi, a persuadervi di questa cosa, che consiste in questo: quando voi andate da un medico, entrate nel suo studio e il vostro occhio è una soggettività che guarda un’altra soggettività, è una visione relazionale, attraverso la quale voi entrate in rapporto con questo medico, lo guardate, ricevete un’impressione; poi il medico, per fare il suo mestiere, vi piazza un macchinario sul vostro occhio: il vostro occhio non è più una cosa che guarda, è una cosa vista. Diventa una cosa. Come quella sedia, come questa cosa, guardata e osservata. Con che cosa? Con le categorie anticipate dalla medicina, con le categorie anticipate dalla scienza.
Perché che cosa vuol dire fare scienza? La scienza vuol dire oggettivare, tutto; tutto deve diventare un oggetto, qualcosa che sta di fronte a me, objectum, Gegenstand, dicono i Tedeschi: qualcosa che sta di fronte a me. A me, a chi? Chi sono io? Noi siamo la comunità degli scienziati che anticipa delle ipotesi, sottopone ciò che osserviamo a esperimento, e se l’esperimento conferma le nostre ipotesi, assumeremo le nostre ipotesi come legge che governa le cose.

Filosofia, psichiatria e psicologia

Una volta che il corpo è ridotto a organismo, ci sono persone che – si vede benissimo – sono ammalate, sono fuori di testa, oppure hanno delle cose strane, gente che sta magari sulla punta del piede per un paio d’ore – cosa in cui non riuscirebbe nessuno –; oppure personaggi a cui, in momenti di crisi, viene una forza al quadrato che spaccano anche un muro… Succedono queste cose ma, esaminate da un punto di vista cartesiano, esaminato il loro organismo, non appare niente di morboso.
Allora nasce una scienza nuova, che non si ha il coraggio di nominare, che è l’anticamera della psichiatria, che si chiama morbus sine materia, malattia senza riscontro organico. Si crea allora un settore di malattie senza riscontro organico, che sono le malattie psichiatriche. Perché dal punto di vista organico non si riscontra niente. Dal morbus sine materia nasce come prima scienza psicologica la psichiatria.

Dopo la Psichiatria, nasce la Psicologia come scienza che tenta di separarsi progressivamente dalla filosofia, assumendo la forma di psicologia sperimentale con tutti i problemi conseguenti, perché non è detto che l’esperimento che faccio sul topo valga anche per l’uomo, e non è detto che l’uomo sottoposto a esperimento risponda alla stessa maniera di come lo stesso uomo risponderebbe nel mondo della vita.

Poi, sempre nell’Ottocento, nasce la Psicoanalisi, non per opera di Freud, ma – come Freud riconosce – per opera di Schopenhauer, a cui Freud dedica una pagina grandiosa. Dice esplicitamente:

la Psicoanalisi non l’ho inventata io, ma l’ha inventata Schopenhauer; l’unica differenza tra me e lui è che Schopenhauer non disponeva – come invece dispongo io – di materiale clinico, di casi clinici.
La seconda differenza è che quando le cose giuste le dice un filosofo, nessuno obietta, se le dice un medico, tutti a bastonarlo

Filosofia e psichiatria fenomenologica

Chiudiamo con un cenno all’influenza della filosofia sulla psicologia, sempre in ordine a questo tema di anima e corpo, con la Psichiatria Fenomenologica. A questo proposito Husserl, con estrema chiarezza, in un bel libro intitolato Meditazioni Cartesiane, incomincia con questa frase: “Dobbiamo liberarci dagli errori seducenti introdotti da Cartesio e dai suoi successori”. E quali sono gli errori seducenti?

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